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SEI POESIE (six poems)

by ULISSE©

SAN VALENTINO
ST VALENTINE’S DAY


Oggi, il tuo nome, San Valentino,
non ci ricorda più quel bambino
ch’era vestito di cose belle,
ai piedi solo con la sua pelle.
Gli innamorati, presi d’ardore,
t’hanno prescelto per protettore.
E protettore di tutti quanti:
sposi fedeli, oppure amanti
com’é la moda, com’usa adesso,
senza confini di razza e sesso.
“Con un regalo fate l’augurio!”
Questo lo slogan, più di Mercurio,
divo dei ladri e dei mercanti,
che non l’invito di vecchi Santi.
Piccole cose, che vanno in fumo
sopra l’altare del dio consumo.
Per dire “t’amo” bastava un fiore:
la rosa rossa, fuoco d’amore.
Or si regala un disco “pop”
o qualche cosa del “pornoshop”,
o scatolette di confettini,
(non alla viola) contro i bambini…
San Valentino, scelto tra tanti
per la gran festa dei… commercianti!


Dopo di me…
AFTER ME…


Io non posso morire infelice !
Ho vissuto levare di sole,
fiammeggianti tramonti dorati.
Valicato montagne di gelo,
traversato deserti infocati.
Ho volato nell’alto del celo,
navigato l’azzurro del mare,
ascoltato sussurri di foglie,
meditato chiarori di luna
inebriato d’olezzo di fiori
nel silenzio di notti stellate
che diceva di terre lontane.
Chi m’ha dato soltanto tristezza,
solo quello poteva donare.
Io non muoio. Io vivo in eterno
nei miei figli. Nei figli dei figli.


















UN GESTO
A GESTURE


Un gesto: lo sguardo degli occhi.
Un gesto: tremor di ginocchi,
turgore di labbra, di cuore.
Un gesto creduto d'amore
che dura per tutta la vita.
Un gesto: ed ecco la vita.

Il tempo trascorre. Domani
saremo felici. Gli strani
son tutti per oggi. Futuro
sarà tutto bello. Sicuro !
Un breve momento fugace,
nel grande rumore, la pace.

Ma quanti domani trascorsi....
Eppure, non provo rimorsi
per quello che ho fatto, che ho dato.
Di gesti d'un tempo passato
scambiati per gesti d'amore.
Finiti nel gesto che muore....




ANCORA....
STILL…



Ancora di fame si muore,
ancora si cerca lavoro.
Ai missili va tutto l'oro:
compriamo dell'altro dolore.


Un pianto di bimbo rapito,
di vecchia signora scippata,
di gente che muore, drogata,
sognando d'un Eden svanito.




NATALE IN PALESTINA
Xmas in Palestine


Vuota la grotta, senza Bambinello.
Saltella zoppicando l'asinello,
il bue, sventrato, giace nella buca
sul freddo grigiore del bazuka.

Nel cielo cupo, passa sfolgorante
il sibilo di morte d'un tracciante.
Un "commando" s'appresta a trucidare
Re Gaspare, Melchiorre, Baldassare.

La sabbia arsa, dura come creta,
di petrolio e di sangue si disseta.
Tra questa gente, figlia di Caino,
sorge la stella di Gesù Bambino.

























PERPLESSITA'
PERPLEXITY






Gesù Bambino, io Ti sono grato
per quanto mi circonda nel creato.
Unisco la mia voce ai dolci cori
che salgono nel Cielo, dai pastori.
Ho sospeso perfino il gran cenone,
ho trascurato dolci e panettone,
mia moglie ha messo solo il suo cincilla.
E via, dal bel tepore della villa,
siamo venuti qui, a più di cento,
sfidando pioggia, freddo, neve, vento.
Per renderTi l'omaggio, Dio neonato,
i limiti di legge ho superato.
Solleva, te ne prego, mio Signore,
il dubbio che mi grava nel mio core,
a scegliere la strada Tu m'ispira:
devo seguire Marco, oppur la Lira ?
Al cambio t'offro, questa santa sera,
per tutti gli affamati, 'na preghiera !

Written by: ULISSE

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